Dl Semplificazioni e ambiente, la politica del gambero.

Bene alcune modifiche su Valutazione di Impatto Ambientale (con un errore clamoroso), usi civici e bonifiche richieste da 170 associazioni e comitati nazionali e locali.

Molto male le nuove norme che azzerano il dibattito pubblico sulle grandi opere per tre anni, trasformano il TAR in un “correttore di bozze” nei ricorsi sulla V.I.A. e regalano risorse a petrolieri e affini alla faccia del clima.

Il passaggio in Senato del DL Semplificazioni ha visto correggere solo alcuni dei gravi provvedimenti sulla Valutazione di Impatto Ambientale e sulle bonifiche che erano stati denunciati da un gruppo di 170 tra comitati e associazioni nazionali e locali; allo stesso tempo il testo è peggiorato di molto su alcune questioni dirimenti come quelle del dibattito pubblico sulle grandi opere, sull’efficacia concreta delle sentenze del TAR in materia di Valutazione di Impatto Ambientale e sulle fonti fossili.

Veniamo alle buone notizie.

Sono sette gli emendamenti proposti dalle associazioni/comitati che sono stati recepiti integralmente o parzialmente.

Sulle bonifiche, si ristabilisce l’obbligo di bonifica per le acque sotterranee che la versione del Governo aveva messo in discussione, con la certificazione dell’avvenuta bonifica e svincolo delle garanzie finanziarie già a partire dalla bonifica dei soli suoli. La versione approvata in Senato consente di svincolare i suoli mantenendo però invariati gli obblighi di bonifica per le altre matrici, prevedendo lo svincolo delle garanzie finanziarie che il privato deve depositare solo alla fine di tutte le bonifiche e non, come aveva proposto il Governo, da subito con la certificazione di bonifica per il solo suolo.

Su questo argomento, invece, a nulla sono valsi i richiami delle associazioni per evitare la complicazione dell’aggiunta di un passaggio di analisi preliminare nei Siti Nazionali di Bonifica invece di andare direttamente alle caratterizzazioni (la verifica dello stato dell’inquinamento) come si fa oggi.

Sulla Valutazione di Impatto Ambientale i miglioramenti riguardano i tempi della partecipazione dei cittadini per poter depositare osservazioni sui progetti, che vengono riportati a quelli ante-decreto per la Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. (si torna ai 45 gg) e per la V.I.A. nazionale (si torna a 60 gg). Peccato, però, che contestualmente i senatori abbiano fatto un errore clamoroso, tagliando i tempi della partecipazione per le V.I.A. di livello regionale (cave, rifiuti ecc) portandoli a soli 30 gg!

Così arriviamo al paradosso che per i progetti più semplici che fanno la verifica di assoggettabilita’ a V.I.A. regionale avremo più tempo (45gg) per esaminare gli elaborati e predisporre le osservazioni che per un progetto più complesso che fa la procedura di V.I.A. diretta (30gg). Una norma chiaramente illogica e per questo anti-costituzionale

Sempre sulla VIA segnaliamo l’approvazione di un emendamento propositivo che avevamo segnalato ai senatori, quello relativo all’obbligo, una volta terminati i lavori di un’opera sottoposta a V.I.A., di depositare e rendere pubblici i documenti di fine lavori (collaudo ecc) comprensivi di una relazione sull’attuazione delle prescrizioni di carattere ambientale. Un modo per rendere cogenti i controlli sull’effettiva realizzazione degli interventi di mitigazione e sulla coerente realizzazione delle opere che troppo spesso si perdono lungo la strada permettendo anche grossi risparmi a scapito della qualità ambientale.

Approvati anche due emendamenti abrogativi delle norme governative che spianavano la strada alla realizzazione di gasdotti nelle aree di uso civico senza il coinvolgimento delle comunità che ne detengono i diritti.  Infine è stato abrogato un comma che permetteva di procedere alla V.I.A. senza aver raccolto prima i dati delle indagini archeologiche preventive, come in maniera inusitata aveva preteso di fare il Governo.

Veniamo alle cose negative

Di gravità inaudita l’approvazione di un emendamento che permette fino al 2023 di derogare al dibattito pubblico sulle grandi opere, previsto da una decreto del 2018. Evidentemente le lobby di questo paese continuano a temere il dibattito alla luce del sole sull’utilità di questi interventi che si devono fare e basta, evidentemente, anche a costo di scandali e sperpero di denaro pubblico.

Alla faccia della lotta ai cambiamenti climatici, nel passaggio in Senato viene introdotta la corsia preferenziale con dimezzamento dei tempi per la trattazione dei ricorsi al TAR concernenti la costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti. Insomma, le opere fossili per il Senato devono essere fatte velocemente. Altri regali a petrolieri ed affini che giungono dal Senato, oltre a quelle già entrate nel decreto dalla porta principale del Governo (ad esempio, sulle autorizzazioni per i gasdotti),le norme che tagliano il pagamento degli oneri concessori per i giacimenti, che consentono di trasformare prioritariamente i giacimenti in stoccaggi di CO2 (con prove sperimentali senza fare la V.I.A.) e la localizzazione sulle piattaforme di non precisati impianti del Piano Clima Energia, in modo tale da non far pagare ai petrolieri gli oneri per la riqualificazione dei siti. Sugli stoccaggi si delinea il grande affare del futuro: presto dovremo pagare profumatamente il servizio di smaltimento della CO2 proprio a chi ci sta portando sull’orlo del baratro della crisi climatica, visto che i giacimenti sono sotto concessione dei petrolieri che si accaparreranno anche il servizio di stoccaggio della CO2 in regime di monopolio. Davanti all’emergenza clima, ridotti allo stremo, sanno che potremo pagare profumatamente i servizi per mitigare il surriscaldamento dell’atmosfera.

Infine la cosa più grave, che oscura i punti che sono stati risolti,  riguarda il TAR e le sue decisioni relative alle sentenze sulla legittimità delle valutazioni di impatto ambientale. Ebbene, praticamente i giudici diventeranno quasi dei “correttori di bozze”, in quanto il proponente di una cava, di un impianto di rifiuti ecc., anche se sconfitto al TAR, magari su aspetti connessi all’impatto sanitario non valutato, potrà chiedere alla pubblica amministrazione di ritornare sul caso. Quest’ultima sarà obbligata a provvedere “alle integrazioni necessarie per superare i rilievi della sentenza“. Cosa ancora più grave, attraverso una procedura semplificata che permette addirittura di by-passare il confronto pubblico. Una modalità a nostro avviso contraria alle norme comunitarie che non farà altro che aumentare il contenzioso, visto che i ricorrenti a quel punto non potranno che depositare altri ricorsi al TAR.

I comitati hanno dimostrato non solo di saper denunciare in maniera fondata le storture che il Governo aveva introdotto ma anche di essere propositivi per avere un paese moderno che dell’ambiente tratta non solo a chiacchiere ma in maniera concreta. Peccato che buona parte della politica insegua slogan e lobby come dimostra l’impianto complessivo di questo Decreto. Riconosciamo l’impegno di alcuni senatori che hanno depositato emendamenti che andavano nella direzione da noi auspicata. Noi continueremo a lottare per evitare che la nostra terra sia coperta da cemento e grandi opere inutili (se non per i bilanci delle grandi aziende). La crisi del Covid non sta insegnando nulla, anzi. Lo sfruttamento del Pianeta si fa sempre più spietato.

Qui sotto le 170 associazioni/comitati/reti che hanno sottoscritto il dossier “DECRETO SEMPLIFICAZIONI, COSÌ SONO DEVASTAZIONI. L’ATTACCO A BONIFICHE, ACQUA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI, VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E CLIMA” e le relative proposte di emendamento inviate ai senatori.

INFO: Segreteria Forum H2O – segreteriah2oabruzzo@gmail.com 3683188739

ORGANIZZAZIONI NAZIONALI

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Associazione Italiana Medici per l’Ambiente – ISDE

Fairwatch

Campagna “Per il Clima, Fuori dal Fossile”

Altragricoltura, Alleanza per la Sovranità Alimentare

Coordinamento Nazionale No Triv

Rete Mamme da Nord a Sud

Attac Italia

Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi Free Rivers Italia

Peacelink

Ass. A Sud Onlus

Mountain Wilderness Italia

Ass. Creature del Mare Onlus

Rete Legalità per il clima

Disarmisti Esigenti

Associazione Mediterranea per la Natura Onlus

Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus

Medicina democratica Onlus

Organizzazione di Volontariato per la difesa diretta della flora e fauna acquatica Care The Oceans

Associazione Antimafie Rita Atria

Rete Commissioni Mensa Nazionale

Cobas Confederazione dei Comitati di Base

Salviamo L’Orso

Transform! Italia

Redazione emergenzaclimatica.it

CSEN Ambiente

Gruppo di studio Assemblea popolare permanente per la difesa delle falde acquifere

Forum Ambientalista

COMITATI INTERREGIONALI

Viviamo il Liri – Comitato a difesa del Fiume Liri  – Abruzzo-Lazio

Emidio di Treviri – Gruppo di ricerca sul post terremoto dell’Appennino centrale

Comitato per il Territorio delle Quattro Province

TRENTINO ALTO ADIGE

Ambiente e Salute Bolzano

FRIULI

No all’Incenerimento Sì al Riciclo Totale di Rifiuti -Fanna (PN) 

PIEMONTE

Non Una di Meno di Alessandria

Comitato Stop Solvay di Alessandria

Associazione mamme in piazza per la Libertà di Dissenso

LOMBARDIA

Ass.eQual Mantova

Comitato per la Salute, la Rinascita e la Salvaguardia del Centro storico di Brescia

Mamme Castenedolo Brescia 

Mamme Contro l’inceneritore di Mantova 

Mamme No Smog Sud Milano

Circolo Legambiente “La nostra terra” di Borgosatollo, Castenedeolo, Ghedi e Montirone APS 

Mamme Comitato Cittadini Calcinato

VENETO

Comitato No Grandi Navi

Salix in Mente – Padova

ODV Comitato difesa ambiente territorio Spinea

Forum Veneto Ambiente Salute Solidarietà

Opzione Zero Riviera del Brenta

Mamme NoPfas – genitori attivi – zone contaminate 

Vicenza senza Elettrosmog 

Comitato “Per il Bene Comune” – Vicenza

No alla Discarica di Torretta-Verona/Rovigo 

Comitato popolare “lasciateci respirare” di Monselice (PD)

Stop 5G Veneto
No TaV Vicenza
Comitato ambiente Territorio Vicenza
Comitato Vicenza senza Elettrosmog

Ass. CiLLSA (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente, operante nell’Ovest Vicentino)

Comitato di Redazione PFAS.land

Comitato Acqua Bene Comune di Verona

Comitato No Pedemontana

Comitato Tutela Parco Faggi Sgaravatti 

Zero PFAS Padova

Ecoistituto del Veneto”Alex Langer”

Coordinamento Asolano e Castellana del Forum Silp

EMILIA ROMAGNA

Comitato Notube – Prov. Piacenza

Comitato Terme e Val Trebbia – Piacenza

Circolo Legambiente Val Trebbia

Circolo Legambiente “Emilio Politi” Piacenza

Fipsas, sezione provinciale di Piacenza

SOS Adriatico – Emilia Romagna

Associazione Femminile Maschile Plurale – Ravenna

Attac Piacenza

  • Coordinamento Comitati Ambientali Reggio Emilia 

TOSCANA

Acqua Bene Comune Pistoia

Alleanza Beni Comuni Pistoia

Comitato No Tunnel TAV di Firenze

Associazione Acqua alla Gola” – Massa

Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana

Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua

Comitato di Salute Pubblica Piombino – Val di Cornia

Comitato Fermiamo la Guerra di Firenze

SOS – La Piana del Casone – Scarlino GR – Toscana

Obiettivo Periferia – Pistoia

Comitato No-Wi-Fi Toscana 

Biodistretto del Montalbano

Alleanza Beni Comuni- piana fiorentina

Associazione “Vivere in Valdisieve”

Comitato “Collesalviamo l’Ambiente” (Collesalvetti – LI, Toscana)

MARCHE

Trivelle Zero Marche

LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia – Marche

Comitato NO Pedemontana Matelica

ENPA Marche

Brigate Solidarietà Attiva Marche

Laboratorio Falkatraz Onlus di Falconara marittima

Associazione “Ornitologi Marchigiani” APS

Gruppo Alterazione Climatica – Pesaro

Ondaverde onlus Falconara Marittima

Mal’aria Falconara Marittima

Lupus in Fabula Associazione Ambientalista

Ambiente e Salute nel Piceno

UMBRIA

Comitato No Snam – Umbria

Comitato No Devastazioni – Umbria

LAZIO

Rete Per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA

Collettivo No al Fossile Civitavecchia

Comitato S.O.L.E. Civitavecchia

Assonautica Acque Interne Lazio e Tevere

Rifiutiamoli 

Comitato La Rinascita di Patrica ( FR)

Comitato promotore Parco della Cellulosa – Roma

Associazione di Volontariato Frosinone Bella e Brutta – Frosinone

Salviamo il Paesaggio – Frosinone

Coordinamento Interprovinciale Ambiente e Salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri – Frosinone

ABRUZZO

Coordinamento No Hub del Gas

Comitati Cittadini per l’Ambiente – Sulmona

Brigate Solidarietà Attiva Abruzzo

ERCI team Onlus

Comitato No Stoccaggio Gas Poggiofiorito (CH)

Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus

Abruzzo Social Forum

Comitato Familiari Vittime Casa dello studente – Rete nazionale Noi non dimentichiamo

Paese Comune – San Giovanni teatino

APS I Colori del Territorio – Spoltore – Pe

Comitato Difesa Comprensorio Vastese 

Mobilitazione Acqua Gran Sasso

Forum H2O Abruzzo

“Orsa Pro Natura Peligna” SULMONA

Associazione IL SALVIANO – Centro Natura Marsica

Il Martello del Fucino

Associazione di Promozione Sociale “CDCA Abruzzo”

MOLISE

Comitato I Discoli del Sinarca – Molise

Associazione “Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus” Venafro 

Trivelle Zero Molise

Ambiente Basso Molise

Fondazione “Lorenzo Milani” Onlus – Termoli

CAMPANIA

Comitato Donne 29 Agosto -Acerra

Italia Nostra Sezione di Salerno

Rete di Cittadinanza e Comunità- Terra dei Fuochi 

Stop Biocidio 

Mamme Vulcaniche

Noi genitori di tutti – Onlus

Associazione Big Brother ambiente, Cellole, Caserta

PUGLIA

Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto

Salute Pubblica, Brindisi

Taranto Respira

Forum Ambiente Salute e Sviluppo  di Brindisi

Famiglia Casto Marcello – del rione Tamburi di Taranto

Comitato No Compostaggio Erchie

Forum Ambiente Salute e Sviluppo di Brindisi

Comitato Legamjonici Taranto 

Movimento NoTap/Snam Brindisi

Associazione GiorgioForever

Coordinamento No Triv – Terra di Taranto 

Gruppo Tamburi Combattenti, Taranto

Verdi, Ambiente e Società Salento

Associazione APULIA Terra Natura Zampe Onlus

Ass. Verdi Solecheride

Il Popolo degli Ulivi Puglia

Associazione Terra Mia – Melendugno

Giustizia per Taranto 

BASILICATA

Ass.Cova Contro Onlus

COMITATO MAMME LIBERE (di Policoro-Basilicata) per la tutela dei figli 

GECO – Genitori Consapevoli Basilicata 

“Mediterraneo No Triv”

No Scorie Trisaia – Basilicata

Associazione CITTA’ PLURALE Matera

SARDEGNA

Comitato No Megacentrale Guspini – Sardegna

Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna

Cagliari Social Forum

Comitato No Metano Sardegna

Comitato NO Galsi

SICILIA

Coord. delle Assoc. No Triv della Val di Noto

Coordinamento per il territorio contro la discarica Armicci-Bonvicino di Lentini – Siracusa 

Associazione ADASC – Coordinamento Ambientale Valle del Mela

Italia Nostra Sezione Territoriale Val di Noto

SNAM Affaire: il dossier sul gas in Italia.

Gli incredibili profitti assicurati sulle bollette. Dati ufficiali alla mano provano l’inutilità di nuovi gasdotti e stoccaggi.
Scarica il dossier completo a questo link. Qui sotto il comunicato stampa con i dati salienti.
https://abruzzo.cityrumors.it/…/Dossier_Snam_Affair_01_09_2…

Comunicato stampa dell’1 settembre 2020

“Snam affair” il dossier che dati alla mano prova l’inutilità delle nuove grandi opere del gas.

Nel 2005 consumi assicurati per 86,2 miliardi di mc di gas con 1.251 km di gasdotti in meno.

Oggi consumi a 74 miliardi, per SNAM riduzione al 2030 di 68/73 miliardi, per il Governo a 59,4 miliardi: perché costruire nuovi gasdotti, centrali, rigassificatori e stoccaggi?

Profitti comunque assicurati dalla bolletta: remunerazione del capitale del 7,2% e oltre. Più gasdotti più guadagni anche se non passerà un mc di gas.

Ricerche scientifiche evidenziano grandi perdite di metano, pericoloso gas serra, lungo la filiera, fino a 5 volte in più di quelle dichiarate dalle aziende: errore industriale puntare sul gas.

“Snam affair” è il titolo di un corposo dossier prodotto dal Coordinamento No Hub del Gas in cui, dati ufficiali alla mano, da un lato si prova l’inutilità di nuovi gasdotti, stoccaggi, rigassificatori e centrali di compressione, come il metanodotto “Linea Adriatica” e la centrale di compressione di Sulmona e dall’altro si spiegano le ragioni di questa deriva fossile.

Il dossier si fonda sull’analisi critica dei piani di sviluppo della rete SNAM 2018-2027 e 2020-2019 (documenti fondamentali secondo la legislazione), del Piano Energia – Clima adottato recentemente dal Governo nonché sui dati ufficiali del MISE e di altre istituzioni e sui risultati di studi pubblicati sulle migliori riviste scientifiche al mondo.

Ebbene, i dati e il confronto tra i vari documenti sono impietosi nel descrivere una generale sopravvalutazione delle necessità di gas e di nuove infrastrutture a fronte di un crollo dei consumi già verificatosi e di un’ulteriore e progressiva contrazione dei consumi entro il 2030 a causa delle politiche di efficienza e di sviluppo delle rinnovabili al fine di combattere (timidamente) la crisi climatica.

Nel dossier sono riportati tantissimi dati. Qui in estrema sintesi evidenziamo:

-il picco dei consumi si è verificato nel 2005 con 86,2 miliardi di mc di gas. La distribuzione allora fu comunque assicurata da una rete di gasdotti che aveva 1.251 km in meno rispetto a quella attuale;

-nel 2019 abbiamo consumato 74,3 miliardi di mc, con una forte riduzione rispetto all’anno di picco;

-le previsioni SNAM dei consumi al 2030 oscillano tra i 70,9 miliardi di mc del Piano 2018 e i 68/73 del Piano 2019. In tutti i casi in ulteriore diminuzione rispetto ad oggi;

-le previsioni del timido e insufficiente piano Energia-Clima del Governo pongono i consumi al 2030 addirittura a 59,3 miliardi di mc, cioè il 32% in meno rispetto al picco del 2005 e il 20% in meno rispetto ai consumi del 2019.

Ci si chiede come sia possibile ritenere efficiente per il paese, con questi dati, forniti dagli stessi soggetti che li propongono e autorizzano, costruire una molteplicità di nuove grandi opere sul gas, dai gasdotti agli stoccaggi passando per rigassificatori e centrali.

Una spiegazione forse esiste e, a nostro avviso, non c’entra con la ricerca dell’utilità generale ma con l’interesse delle società a fare profitto. Infatti, tutte le nuove opere ricadono sulla bolletta degli italiani, attraverso un meccanismo perverso simile a quello delle autostrade che fa guadagnare comunque chi costruisce un’opera legata al gas.

ARERA, l’autorità che si occupa delle bollette, infatti con la Delibera 119/2019 riconosce:

-una remunerazione “base” fissa del capitale investito del 5,7%;

-ulteriori incentivi agli investimenti se ritenuti strategici dell’1-1,5% che si aggiunge al 5,7 per un totale di remunerazione fissa del 7,2% e oltre;

-riconoscimento delle spese in oneri finanziari (tasso applicato) del 5,3%.

Condizioni, applicate per decenni, che nessun cittadino italiano o piccola azienda ha mai visto andando in banca o dal commercialista!

Non è un caso che i servizi di rete (trasporto e stoccaggio del gas) corrispondano ormai al 20% della bolletta del gas pagata dagli italiani.

Ovviamente tutto ciò, come accaduto per le autostrade, si fonda su decisioni dei governi e del Parlamento che nel tempo hanno scatenato una corsa alla nuova opera fondata su una sorta di autocertificazione dell’utilità degli interventi da parte dei proponenti con scarsa capacità di controllo e di verifica sull’effettiva necessità degli stessi da parte del pubblico.
Non è un caso che sia Governo che Snam siano così pervicacemente contrari a svolgere la Valutazione Ambientale Strategica sulle modifiche alla rete nazionale dei gasdotti, analisi complessiva che farebbe emergere la totale subornazione delle scelte di politica industriale ed ambientale agli interessi delle aziende.

Il dossier analizza poi nel dettaglio altri elementi del sistema, come l’evoluzione delle esportazioni e la sicurezza della rete attuale per gli approvvigionamenti e la distribuzione, anche nei periodi di punta dei consumi.

Ebbene, emerge chiaramente che:

-le esportazioni cresceranno ma al massimo, a voler credere a SNAM, saranno una quota minima, max 5 miliardi di mc, rispetto ai consumi nazionali (che oggi sono 74,3 miliardi) e infinitesimale rispetto a quelli europei (480 miliardi di mc). Praticamente l’ammissione del flop della strategia dell’hub del gas e, cioè, di diventare un paese di passaggio per il gas;

-la capacità di trasporto di gas è enormemente sovradimensionata, avendo il più basso tasso di utilizzo dei gasdotti (gas trasportato/km di rete) tra i grandi paesi europei (1,7 rispetto a 2,6 della Germania ad esempio). Tale capacità, assieme alla flessibilità garantita dagli stoccaggi, già oggi soddisfa sempre la richiesta degli utenti con un ottimo margine di sicurezza ulteriore, di decine di punti percentuali. D’altro lato la stessa SNAM lo afferma nei Piani.

Quello che sconcerta, tra l’altro, è che i documenti di SNAM sono spesso contraddittori, sia tra di loro che con la pianificazione del Governo. Per i consumi al 2030 c’è uno scostamento tra previsione SNAM e piano energia-clima del Governo di ben 10 miliardi di mc in più, nella migliore delle ipotesi. Il MISE sta autorizzando capacità di rigassificazione per 24 miliardi di mc, quando SNAM sostiene che al 2030 ne serviranno al massimo 9. Snam afferma che il Tap non aggiungerà nuova capacità da sud, andando evidentemente a sostituire l’approvvigionamento da altri paesi, al contrario di quanto affermato altrove.

La corsa alle nuove opere, come il gasdotto Linea Adriatica dal costo di oltre un miliardo di euro, o all’ampliamento delle infrastrutture esistenti, è privo di qualsiasi senso dal punto di vista economico ed industriale se parliamo dell’interesse generale. Anzi, danneggia il sistema paese conducendolo verso un binario morto (tranne per i profitti di chi realizza le opere, come abbiamo visto).

Il metano è un pericoloso gas serra se emesso tal quale in atmosfera, 80 volte più pericoloso della CO2 come effetti nei venti anni dall’emissione. Nel dossier si elencano le ricerche scientifiche che negli ultimi anni compaiono sempre più numerose sulle migliori riviste scientifiche in merito alle stime delle emissioni di metano da perdite lungo la filiera (estrazione, trasporto, stoccaggio e distribuzione). Sono anche 5 volte quelle ammesse dall’industria.

Già nell’ultimo rapporto del 2018 l’IPCC aveva posto con forza l’obiettivo di tagliare le emissioni di metano e allora non vi erano ancora i dati di queste ricerche. In pochi anni tali scoperte si tramuteranno in politiche internazionali se vogliamo salvare il Pianeta dall’emergenza climatica. Puntare sul gas vorrà dire aver mancato non solo gli obiettivi di taglio delle fossili ma anche aver fatto perdere al paese di competitività dal punto di vista industriale scommettendo su tecnologie obsolete.

Come mai queste palesi contraddizioni non vengono fatte emergere dalle autorità di controllo? Da parte nostra invieremo il dossier a tutte le istituzioni, compresa la Corte dei Conti, per le opportune valutazioni e continueremo a contrastare opere inutili come stiamo facendo in questi giorni con la Carovana No Hub del Gas 2020 con tappe nelle 5 regioni dell’Italia centrale (Molise, Marche, Umbria, Lazio e Molise) volte alla sensibilizzazione e all’informazione della cittadinanza.

Coordinamento No Hub del Gas

Info: 3282210938 – 3478859019 – 3284776001 – 3683188739 – 3381195358
e-mail:segreteriah2oabruzzo@gmail.com