Unomaggio a taranto

Oggi Martedì 27 aprile, live streaming dalle ore 17.00, incontreremo i protagonisti di tante e diverse realtà di lotta, provenienti da altrettanti territori, che hanno deciso di agire nello spazio comune di una campagna nazionale, attraverso la quale acquisire un peso maggiore nella contrapposizione al modello economico e sociale che ha portato al collasso l’intera collettività.https://fb.me/e/145jPrQbpPuoi seguire la diretta dalla pagina del comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

La Campagna “Per il Clima, Fuori dal Fossile” parte nel 2018 dalla consapevolezza e necessità di dare prospettiva e ulteriore avanzamento alle tante lotte territoriali che in Italia esprimevano una opposizione radicale, popolare e duratura nel tempo alle devastazioni territoriali di un capitalismo fossile, estrattivista e patriarcale. Un’esigenza di lotta che si è collegata naturalmente al tema del cambiamento climatico sempre più dirompente.

Tanti gruppi territoriali che hanno voluto costruire una Campagna di livello nazionale che centrasse il tema nel concreto e costruisse nessi, connessioni, relazioni sociali nuove e non un ulteriore organizzazione. Una Campagna capace però, allo stesso tempo, e con i propri tempi, di relazionarsi a tutte le esperienze di lotta antisistemiche per una ricomposizione e rafforzamento del movimento di lotta superando egoismi, localismi, dogmatismi ed egemonismi di ogni specie. Una Campagna costruita nella lotta e nelle assemblee nazionali, che nella manifestazione del 23 di marzo del 2019 contro le Grandi Opere è riuscita ad esprimersi unitariamente rappresentando un importante spezzone della stessa.

Dalla lotta contro la petrolizzazione in Adriatico a quella contro l”Hub del gas nell’Appenino in Umbria, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise, da quella contro le centrali a carbone a Civitavecchia , a Brindisi, a La Spezia, in Veneto a quella attualissima contro il CCS a Ravenna o quella storica a Taranto contro l’Ilva, da quella contro la raffineria di Falconara o le tante produzioni o discariche fossili disseminate in tutta la Penisola e nelle Isole: il nostro percorso si sviluppa incontrando altre realtà prime fra tutte i FFF ma anche cooperative energetiche, centri sociali , ong, con i quali condividiamo le battaglie per il clima contro le multinazionali fossili e le istituzioni che le proteggono.

Purtroppo la pandemia ha limitato molto la possibilità di azioni nazionali in presenza ma ciò non ci ha impedito di presentare la nostra nuova piattaforma davanti alla centrale Enel di Civitavecchia, di partecipare attivamente al Venice Climate Camp, di organizzare incontri nazionali di approfondimento sui temi della transizione energetica o della contraddizione Lavoro/ambiente e salute, di aver realizzato una giornata di lotta in 10 luoghi dell’Adriatico ed una Carovana lungo l’ Appennino Centrale l’estate scorsa. Ed ora di partecipare alle iniziative del Unomaggio di Taranto e di preparare la prima manifestazione contro l’ENI a Ravenna.

16/04: NGO USA monitorano le perdite di gas

#clima NGO STATUNITENSE IN #ABRUZZO PER MONITORARE LE PERDITE DI #METANO, PERICOLOSO GAS CLIMA-ALTERANTE

Comunicato stampa del 16 aprile 2021

*Metano, NGO statunitense in Abruzzo per monitorare le perdite del pericoloso gas serra in alcuni impianti, dallo stoccaggio Treste ai gasdotti e impianti Snam* . *Una speciale tele-termocamera svela la fake del metano verde, nell’ambito di un progetto a scala europea* .Le perdite più o meno occulte di metano dagli impianti rischiano di vanificare gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici in quanto questo gas, immesso direttamente in atmosfera, è 84 volte più potente della CO2 su una scala temporale di venti anni per quanto riguarda l’impatto sul clima. In Abruzzo ci sono decine di impianti che potrebbero essere una fonte rilevante di emissioni in atmosfera.

Numerose ricerche pubblicate sulle migliori riviste scientifiche internazionali stanno dimostrando che le perdite sono numerose e corpose, tra il 2,5 e il 10% a seconda del paese, molto più di quelle dichiarate dalle aziende: praticamente il metano deve essere considerato allo stesso livello di carbone e petrolio per la pericolosità dell’impatto sul clima.

Insomma, il metano “verde” è una fake dei petrolieri, smentita appunto dagli scienziati. Non a caso l’IPCC nell’ultimo rapporto ha chiesto un taglio radicale di queste emissioni. I ministeri italiani, da quello della Transizione Ecologica a quello dello Sviluppo Economico e le aziende coinvolte, nonostante le tante richieste arrivate in questi anni, sono silenti sul tema. Si continuano ad approvare pozzi, gasdotti e centrali, come l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata nei giorni scorsi per la centrale Snam di Sulmona, senza neanche un dato sulle emissioni dirette di metano in atmosfera da questi impianti, alla faccia della scienza e del clima.L’altro-

Ieri gli attivisti del Coord. No Hub del Gas hanno accompagnato sul campo presso alcuni infrastrutture, in particolare lo stoccaggio Stogit del Fiume Treste, uno degli impianti di stoccaggio di metano più grandi d’Europa, e alcuni gasdotti SNAM, due ricercatori di Clean Air Task Force e Gastivists, NGO internazionali impegnati nella ricerca delle perdite, ovviamente dall’esterno dei siti. Per questo utilizza una speciale tele-termocamera.

Le immagini raccolte saranno analizzate e divulgate nelle prossime settimane. È però veramente sconfortante che debbano essere le organizzazioni no-profit a garantire il monitoraggio, seppur parziale e riduttivo (in quanto svolto dall’esterno e a distanza) di questo gravissimo problema. Considerata l’esperienza che abbiamo fatto l’altro-ieri, chissà cosa si vedrebbe potendo entrare negli impianti!

Si allegano alcune immagini video e fotografiche dell’attività svolta ieri.

*COORDINAMENTO NO HUB DEL GAS*

09/04: tap a processo

Questo venerdì 9 aprile 2021 TAP e SNAM sono sotto processo: vogliamo verità e giustizia per le popolazioni del Salento ed impedire la devastazione anche dell’Umbria . SNAM e TAP sono sotto processo il prossimo 9 aprile, per i danni procurati nel Salento a seguito della costruzione di parte del gasdotto, che in previsione arriverà in Emilia Romagna.

Motivi: i danni procurati e il mancato rispetto di elementari norme messe a tutela di territori e persone. A fronte di un esito incerto, nonostante le evidenze, le uniche certezze sono per ora i danni già inflitti a paesaggio, falde acquifere, terreni e coltivazioni, compresa la distruzione di migliaia di ulivi, anche millenari. Da aggiungere i forti rischi per le popolazioni, assolutamente ignorati dai costruttori. Poco conta per i signori del potere se la stessa ENI ha dichiarato l’opera in questione inutile e dannosa; così come ha fatto la Corte dei Conti Europea rispetto alla TAV in Val di Susa.Il Tribunale di Lecce ha condannato qualche settimana fa a pene severe le attiviste e gli attivisti salentine/i che hanno osato opporsi alle azioni di TAP/SNAM. In modo analogo quello di Torino si è accanito contro le manifestanti e i manifestanti No TAV in Val di Susa.In Umbria, terra di terremoti e dissesti vari, è previsto il passaggio del “megagasdotto” per 124 km, con parte consistente nei territori di Gubbio, Gualdo Tadino, Colfiorito…

Le popolazioni umbre, come tutte le altre coinvolte, si oppongono da tempo a tali devastanti disegni. Lo faranno in modo più deciso e massiccio da ora in avanti. Riteniamo importante schierarsi con un deciso “No!” al disegno distruttivo e reazionario insieme, che si attua anche attraverso processi e condanne “esemplari”.

Esso è volto a limitare ulteriormente gli spazi di libertà personale già estremamente ridotti dalla legislazione liberticida in vigore nel nostro paese, ancor prima delle attuali restrizioni attuate a seguito delle emergenze sanitarie. A Mocaiana è previsto il passaggio del “megagasdotto” di m. 1,20 di diametro, posto in bella vista, non interrato come negli altri tratti.

Manifestiamo il 9 aprile prossimo a Gubbio in località Mocaiana, perché si ponga fine a ogni tipo di devastazione ambientale; per ottenere verità e giustizia in merito alle vicende giudiziarie descritte; contro la repressione; per affermare il diritto a manifestare e opporsi a ogni tipo d’ingiustizia, ambientale o sociale che sia. Invitiamo alla partecipazione le e gli abitanti di Mocaiana, di Gubbio, di qualsiasi altro luogo; invitiamo nello stesso tempo associazioni, comitati, movimenti su tutto il territorio nazionale, interessati ai temi trattati, a realizzare nei rispettivi luoghi di appartenenza, manifestazioni analoghe a quella da noi promossa, con i modi ritenuti opportuni, per scopi affini a quelli da noi assunti. Appuntamento: Mocaiana di Gubbio dietro la Chiesa di Santa Maria in Monteleto, all’incrocio tra via delle querce e la ex S.S.219 via dell’Assino, il 9 aprile 2021 Dalle 16 alle ore 19, nel rispetto delle “norme anticovid”.

La manifestazione è indetta da: Coordinamento No SNAM; Comitato Contro le Devastazioni Territoriali in Umbria e non solo.https://fb.me/e/1hGt1fNcV

09/04: draghi firma per le trivelle

Tra i primi provvedimenti favorevoli del Ministero presieduto dall’ex responsabile innovazione di Leonardo Spa, ben 11 nuovi pozzi per l’estrazione di gas e di greggio in mare e in terraferma.

Dura presa di posizione della Campagna per il Clima Fuori dal Fossile: “altro che transizione ecologica, il nuovo Ministro Cingolani getta subito la maschera e fa intravedere cosa intende il governo Draghi per svolta “green”: avanti tutta con il “fossile”.

Un regalo alle grandi compagnie estrattive, come ENI, che mina alla base le politiche di riduzione dei gas climalteranti.

La Campagna per il Clima Fuori dal Fossile, a cui aderiscono oltre 60 comitati e associazioni che in tutta la penisola si battono contro trivelle, gasdotti, centrali termoelettriche, interviene in modo deciso sulle prime mosse del Ministero della Transizione Ecologica. Si tratta dei provvedimenti favorevoli di compatibilità ambientale (VIA) per 11 nuovi pozzi di estrazione di idrocarburi sparsi tra terra e mare in Veneto, Emilia-Romagna, Marche , Abruzzo e Sicilia

Alcuni di questi progetti, 7 per la precisione, erano stati presentati da molto tempo da Eni (3), Po Valley Operations PTY Ldt (2) e SIAM Srl (2); l’iter di approvazione era stato bloccato proprio dal Ministero dell’Ambiente, fino all’arrivo di Cingolani che dato semaforo verde. Tra l’altro questa accelerazione avviene in momento in cui è in fase di rinnovo il PITESAI, il Piano per la Transizione Ecologica e Sostenibile che dovrebbe ridefinire il quadro di riferimento e le aree del territorio nazionale in cui sono consentite o meno le attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi.”

Il Governo Draghi getta la maschera ancora prima di averla indossata – attaccano i comitati della campagna Per Il Clima Fuori dal Fossile – perchè con questi provvedimenti si comincia a dare il via libera alla falsa transizione energetica, quella che assumendo il metano come fonte energetica primaria, abbinato magari all’idrogeno come vettore e ai pozzi di stoccaggio di CO2 (come il progetto CCS di ENI a Ravenna), mira a mantenere in piedi le filiere di estrazione dei combustibili fossili e con esse a salvaguardare monopoli e profitti delle grandi compagnie come ENI e SNAM. Stiamo attraversando una crisi ecologica e climatica gravissima, che provoca disastri continui, ne è un esempio la pandemia in corso. Eppure si continua imperterriti con scelte politiche e industriali scellerate, che minano alla base la possibilità concreta di raggiungere gli obiettivi di riduzione drastica delle emissioni climalteranti indicati dall’IPCC come una priorità urgente e necessaria”.

Per i comitati “climatici” il problema è molto chiaro: non si tratta solo dei rischi e delle criticità insiti in ogni singolo impianto estrattivo, ma soprattutto del fatto che il metano, apparentemente più “pulito”, rappresenta in realtà una minaccia per il clima tanto quanto il carbone: molti studi scientifici dimostrano infatti in modo inequivocabile come l’estrazione, il trasporto, e lo stoccaggio di gas naturale sono soggetti ad enormi perdite fuggitive, e il gas tal quale emesso in atmosfera provoca un effetto serra molto più potente e duraturo della CO2. “Tra pochi giorni il Governo si appresta a trasmettere il Recovery Plan in Europa, senza che ci sia stato il ben che minimo coinvolgimento dei territori e degli Enti Locali, nè un dibattito pubblico in Parlamento. – proseguono i comitati della Campagna –

Si tratta di decine di miliardi di euro pubblici di cui non si sa nulla su come il Governo intende spenderli. Dovrebbero essere impiegati prioritariamente per la transizione ecologica quella vera, per la sanità, l’istruzione, il welfare. Invece, proprio da queste scelte, si capisce come il nuovo Ministero presieduto dall’ex responsabile innovazione di Leonardo Spa avrà la funzione di sottomettere definitivamente la tutela dell’ambiente allo “sviluppo economico”, secondo quel modello “fossile” che ha generato la crisi e che è funzionale all’accumulazione di enormi profitti da parte della finanza e delle grandi multinazionali. Sappiano Draghi e Cingolani che i comitati e i movimenti sono pronti a dare battaglia in ogni territorio”.

Comunicato stampa 9 aprile

Campagna nazionale Per il clima fuori dal fossile

09/04: presidio a mocaiana di gubbio

Venerdi 9 aprile scorso c’è stato un presidio a Mocaiana di Gubbio fatto in occasione dell’inizio del processo che vede a Lecce imputate le società SNAM e TAP.

La località di Mocaiana di Gubbio è stata scelta in quanto destinata ad accogliere un PIDI ( Punto di interconnesione derivazione importante) tra la progettata rete Adriatica della SNAM e la derivazione Gubbio Gualdo Tadino del gasdotto San Sepolcro Rimini.

Presenti Associazione Perugia Solidale, Centri Sociali delle Marche e dell’Umbria, trivelle zero Marche, coordinamento no SNAM, associazioni contadine Marchigiane, No CSS di Gubbio, comitato foresta e comitato per l’acqua pubblica di Perugia.

Oltre ad esprimere doverosa solidarietà a chi è stata/o condannata/o per la sua opposizione alla realizzazione della Tav e del TAP si e’ parlato anche delle problematiche presentate dal progetto “Rete Adriatica “ della SNAM , collegato al TAP, dell’uso dei Combustibili Solidi Speciali ( residui dei fanghi di fogna e altre immondizie ) che si vogliono utilizzare per alimentare i forni dei cementifici di Gubbio, delle risorse acquifere.

Tutti i partecipanti si sono detti interessati ai vari progetti di comunità energetiche che mettono a rete la produzione di piccole centrali di produzione di energia elettrica. Nel corso della discussione sono state proposte varie iniziative, è stato fatto presente inoltre che il Coordinamento No Snam costruisce i suoi rapporti con i vari territori interessati al progetto tramite reti regionali e che vanno oltre la regione Umbria.

Nello stesso tempo cura i rapporti con le realtà specialmente locali impegnate in altri aspetti delle questioni cosiddette ambientali. Si è discusso anche dell’opportunità o meno dell’uso del metano come strumento di transizione ecologica: i dibattiti stimolano il confronto, il quale ci consente di prendere posizione e approfondire e ribadire la pericolosità anche del metano.

Notevole preoccupazione è stata espressa da tutte/i le/i partecipanti per i rischi sismici e per la compromissione dei delicati equlibri idrogeologici dell’Appennino derivanti dalla realizzazione del progetto “Rete adriatica SNAm” . Si è definita tale opera solo utile all’ ottenimento da parte della SNAM di Fondi pubblici tramite il “fattore Di Garanzia “ che copre l’80% dei mancati guadagni.

É stato sollevato il problema del coinvolgimento delle popolazioni locali che nulla sapevano e continuano a non sapere.

Coordinamento No SNAM