20/05: Figuraccia cingolani con kerry

Incredibile figuraccia di Cingolani davanti A John Kerry, inviato di Biden sul clima, e all’Agenzia Internazionale dell’Energia.

🤦‍♀️🤨 La grande passione del nostro Governo per il metano lascia di sasso gli Stati Uniti, a conferma che ciò che stiamo ribadendo lungo tutta la penisola, su ogni territorio, in ogni modo e in qualunque occasione non è una nostra visione ma è il risultato degli studi a livello internazionale che servono a portarci fuori dalla crisi climatica.

⏳⌛Ministero della Transizione Ecologica Per quanto ancora vogliamo essere il fanalino di coda nella #transizioneenergetica??

Di seguito il comunicato integrale del coordinamento No Hub del Gas:________

GASDOTTI, INVIATO USA E AGENZIA INTERNAZIONALE ENERGIA DEMOLISCONO STRATEGIA ITALIANA SUL CLIMA FONDATA SUL GAS Comunicato del 20 maggio 2021 Gasdotti, inviato di Biden sul clima e Agenzia Internazionale dell’Energia demoliscono la transizione a base di gas del Ministro Cingolani.

Coordinamento No Hub del Gas “da USA e IEA stesse motivazioni che ripetiamo da anni: perdite di metano e emissioni di CO2 insostenibili ” Ora abbandonare il progetto della centrale di Sulmona e al gasdotto Sulmona-Foligno, progetti del passato .Governo USA e Agenzia Internazionale dell’Energia smentiscono su tutta la linea il Governo italiano sulla transizione ecologica “a metano”: è, infatti, in atto una rivoluzione copernicana sul tema dell’energia che impone scelte consequenziali sui progetti che riguardano il metano in Abruzzo, come il gasdotto Sulmona-Foligno e la centrale SNAM di Sulmona Kerry , l’inviato del Presidente degli USA Biden sul clima ha dichiarato al Corriere della Sera* “Il Ministro Cingolani mi ha mostrato le mappe dei gasdotti, esistenti e in discussione. Ma attenzione: il gas naturale è comunque un combustibile fossile composto all’87% circa di metano, quando lo bruci crei CO2, e quando lo sposti possono esserci perdite molto pericolose. Dobbiamo affrontare un discorso assai più ampio sulla rapidità con cui passare a un’economia basata sull’energia pulita che alla fine non dipenda nemmeno dal gas naturale “.Immaginiamo la scena, con il ministro italiano che con fierezza propone opere “fossili” che dovrebbero durare fino al 2070 (la vita utile di un gasdotto è di 50 anni) davanti ad un allibito Biden, quando l’emergenza climatica è ormai in atto e necessita di scelte adeguate alle ultime evidenze scientifiche. Una smentita di tale portata fatta uscire sulle colonne del principale quotidiano nazionale è uno schiaffo durissimo per quello che non a caso abbiamo soprannominato “ministro della finzione ecologica”. L’Agenzia Internazionale dell’Energia negli stessi giorni ha diffuso un rapporto in cui si chiede di mettere fine immediatamente ad ogni nuovo investimento su carbone, petrolio e metano.

Una vera e propria rivoluzione copernicana è in atto e noi rischiamo – per inseguire gli interessi di Snam e Eni – di mettere l’Italia su un binario morto dal punto di vista industriale e ambientale.

Il Coordinamento No Hub del Gas da anni che ripete le stesse cose. Ora che lo affermano la massima autorità statunitense in materia di energia e clima e l’Agenzia internazionale dell’Energia, cosa ha da replicare Cingolani nel merito delle problematiche che appena un mese fa, ha rilasciato l’autorizzazione per l’esercizio della centrale Snam di Sulmona, che ha autorizzato nuove trivelle in mare e a terra e che ha dato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del governo una impostazione “a tutto gas” (a parte provare incredibili e goffe smentite di quanto dichiarato con virgolettato dall’inviato USA)? Cosa ha da dire il presidente Marsilio che ha detto “si” all’esercizio della centrale, rinnegando tutti gli atti di contrarietà prodotti in 13 anni dalla Regione Abruzzo? Cosa hanno da dire i politici del nostro territorio che incredibilmente continuano a tacere di fronte a questo ennesimo sopruso?

In realtà bastava leggere i lavori scientifici usciti dal 2014-2015 in poi sull’impatto del metano nella crisi climatica sulle migliori riviste mondiali come Science, Nature e PNAS, ripresi poi da giornali come il New York Times e il Guardian, per capire che in breve tempo anche il metano sarebbe salito sul banco degli imputati richiedendo misure regolatorie draconiane. Solo il provincialismo della nostra classe politica e la sudditanza nei confronti di Eni e Snam potevano cercare di oscurare queste evidenze.

Ora non resta che abbandonare i progetti fossili e puntare su rinnovabili, risparmio ed efficienza.

*https://www.corriere.it/…/john-kerry-sul-clima-la-cina…

COORDINAMENTO NO HUB DEL GAS

17/05: Taranto a Roma

‼️‼️Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti il 13 maggio era a Roma in attesa della sentenza per ribadire la necessità della chiusura totale dello stabilimento che in nome del profitto per decenni ha condannato i cittadini di Taranto a vivere appesi a un filo, nel terrore di scoprire chi sarebbe stato il prossimo della propria famiglia ad ammalarsi.

🔺Ancora però un nulla di fatto: il consiglio di stato decide di non decidere e proroga a tempo indeterminato la sentenza, forse attesa entro i prossimi 60 giorni. Va tenuta alta l’attenzione e la mobilitazione.

🔥 Questa battaglia appartiene a tutt* noi, siamo tutt* tarantin* in lotta per la soluzione

definitiva.#perilclimafuoridalfossile#siamotuttitarantini#stopilva

12/05: manifestazione a ravenna

Ravenna è il banco di prova per il futuro energetico in Italia, e non solo…

Mercoledì 12 maggio saremo in tanti dalle 17 in piazza proprio a Ravenna per ribadire, in forma radicale, la netta contrarietà al progetto Eni CCS, Carbon Capture and Storage:

perchè è inaccettabile pensare che fondi pubblici del recovery fund possano finanziare un progetto privatistico di una multinazionale tra le maggiori responsabili della crisi climatica globale e locale;

perchè è un progetto di produzione di idrogeno “blu” da fonti fossili e cattura della co2 emessa in esubero, che non fa altro che tardare il già lento processo di decarbonizzazione, e mantenerci sempre più dipendenti da gas e petrolio;

perchè si tratta di una proposta obsoleta e nei fatti impraticabile, già sperimentata altrove con pessimi risultati, e accantonata negli Usa come altrove.

Il progetto Eni CCS è un esempio circostanziato che ben rappresenta il modus operandi di Eni a livello generale oltre le campagne mediatiche di greenwashing ed ecologismo da parata per mantenere uno status di azienda, ancora con una larga partecipazione statale, che strizza l’occhio a riconversioni di facciata con le quali mitigare il vero zoccolo duro aziendale: fonti fossili, petrolio gas, ramificazioni multinazionali, rapacità estrattiva in Italia e in Europa come in Africa e altrove nei tanti sud del mondo.ENI è un perfetto paradigma dell’ideologia estrattivista delle multinazionali del settore: profitti per pochi, inquinamento e povertà per tutti gli altri.

Lo scorso anno seppur nel clima di piena pandemia e lockdown come campagna nazionale in occasione della riunione degli azionisti Eni del maggio 2020 agimmo una serie di proteste in tante città, da nord a sud, sotto la sigla stop velENI.

Oggi il concentrarci a Ravenna rappresenta l’espressione di mesi di mobilitazioni assemblee connessioni larghe e plurali, che si sono date in quella città, come in tutto il territorio regionale, che hanno saputo mettere in cortocircuito il decennale monopolio Eni in quei territori e le sue coperture politiche locali e nazionali. Invitiamo tutti ad esserci mercoledì 12 maggio perchè sarà un’altra tappa di un processo di movimento che ha proposte ed idee chiare: la transizione ecologica ed energetica non può passare attraverso la perpetuazione delle produzioni da fonti fossili e la CO2 non va catturata e nascosta sotto un tappeto, ma vanno semplicemente e necessariamente abbattute le sue emissioni. Vincere questa vertenza è possibile e necessario, come lo è altrettanto avanzare proposte finalizzate ad una reale transizione energetica ed ecologica.

Per il clima fuori dal fossile sostiene progetti alternativi e praticabili, quelli si meritori dei finanziamenti pubblici del recovery fund, che prefigurano un nuovo e diverso sistema produttivo, che valorizza il territorio, incentrato sulle energie rinnovabili, capace di offrire nuovi posto di lavoro, senza impatti negativi sull’ambiente e la salute, come il progetto di Porto bene comune di Civitavecchia.

Il futuro non si stocca. No CCS Eni di Ravenna. Per il clima Fuori dal fossile.https://fb.me/e/1l11hoFhX