22/07: G20 di Napoli

In una Napoli blindata abbiamo attraversato la due giorni di contestazioni al G20 sull’ambiente partecipando ieri ad un controforum dove si sono alternate e confrontate sia tante esperienze di lotta territoriali, dalla Valsusa a Civitavecchia, alle grandi navi di Venezia all no al CSS di Ravenna, alle tante lotte campane dalla e oltre la terra dei fuochi, sia ricercatori e intellettuali esponenti di movimenti globali che hanno posto contributi di analisi e di prospettiva altra…questo perché mentre si richiede un cambiamento radicale dal punto di vista della transizione energetica, dell’uscita dalle fonti fossili, di riconversione ecologica, di ristrutturazione dei sistemi sanitari, di giustizia sociale, il G20 presenta e impone soluzioni di mercato, crediti alle multinazionali, la solita parata del greenwhasing quale via di mero e ancor più rapace rilancio del capitalismo fossile e similgreen…dopo che in mattinata centinaia di attivisti per la giustizia climatica avevano bloccato in contemporanea i terminal e le aree logistiche di trasporto delle merci a terra e di attracco a mare del porto di Napoli e la raffineria Q8 a est della Città, nel pomeriggio un corteo variegato e moltitudinario si è ripreso le strade cittadine portando le voci dei comitati e dei movimenti campani contro il G20 Per il clima fuori dal fossile con Bees against G20

08/07: Venezia: we are the tide, you are only g20

Già da ieri le prime delegazioni di ministri hanno iniziato ad arrivare a #Venezia per il #G20.In una città militarizzata si prepara la sfilata silenziosa di chi vorrebbe poter decidere come e dove indirizzare ricchezze ed investimenti, mantenendo di fatto inalterato un sistema di governance basato su sfruttamento, povertà ed inquinamento.Sabato 10 toccherà alla nostra marea rumorosa e determinata fargli capire che esiste chi tutto questo non è più disposto ad accettarlo!Ci vediamo Sabato alle 14.30 alle Zattere per We are the tide, you are only (G)20 | Mobilitazione nazionale | 10.07.21 – Venezia!

Climate Open Platform

Una piattaforma di realtà ed individui nata in risposta ai vertici globali sul clima che si terranno a Milano a fine Settembre 2021, con la consapevolezza che questa potrebbe essere l’ultima occasione rimasta per cambiare rotta prima della catastrofe climatica ambientale e che è necessario agire ora.

La nostra adesione all’appello

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Ostuni Climate Camp 2021

Il “Climate Camp di Ostuni 2021” nasce su iniziativa di associazioni e movimenti di carattere locale e nazionale , con collegamenti mediterranei ed oltre , ed è basata su una esigenza che è quella di costruire un fronte sempre più largo capace di mettere in discussione le scelte di chi abbiamo di fronte.
Parlare ad esempio di lotta ai combustili fossili e della necessità di bloccare subito i programmi dei gasdotti, dal Tap al Poseidon, significa immediatamente contribuire a salvare il pianeta e lottare contro un capitalismo sempre più vorace , capace di scatenare guerre “umanitarie” i loro interessi economici e dall’altra propongono al mondo una velleitaria lotta ai cambiamenti climatici.
Così come ci viene proposto il PNRR che non è altro che un finanziamento alle grandi opere inutili, dannose e costose.
L’appello alla partecipazione al campeggio è rivolto quindi dai No Tav ai No Muos agli oppositori dell’Ilva a Taranto , attraversando tutta l’Italia delle opposizioni alla devastazione territoriale.
I diversi G20 che si sono svolti in Italia fino ad oggi hanno dimostrato che la loro economia viene sempre al primo posto.
In Puglia ad esempio abbiamo vissuto il G20 dei Ministri degli Esteri che ha avuto come epilogo la decisione della lotta al Daesh nel Sahel, che ha tutto il sapore dell’ennesima avventura coloniale rivolte alla certezza dello sfruttamento delle materie prime.
Così come abbiamo assistito in questi giorni al rifinanziamento della missione in Libia, chiudendo gli occhi su torture e morti in mare ed altro ancora, pur di assicurarsi la presenza di aziende italiane come l’Eni e dintorni.
Il programma del campeggio cerca di abbracciare una serie di temi su cui costruire percorsi sempre più unitari come era già avvenuto per il 23 marzo 2019 dove sfilammo in centomila , unendo la maggior parte delle vertenze territoriali italiane.
Discuteremo di fonti fossili, di Grandi Opere e lotta al PNRR, della riscoperta del nucleare e del deposito nazionale , di estrattivismo , di migranti, di popoli in lotta, dell’uso della emergenza per distruggere il territorio e proporre nuovi programmi per l’agricoltura come nel caso della Xylella, di cambiamenti climatici, del G20 del 30 Ottobre a Roma, della preCop di Miliano e della Cop26 di Gasglow.
La sera la trascorreremo insieme con la musica per finire con i tamburelli sul mare in una bellissima caletta.

07/07: Civitavecchia

🔥 A #Civitavecchia comitati e associazioni sono riusciti a mettere alle strette #Enel e il Ministro #Cingolani che continuano a spacciare il #metano come ponte verso la transizione ecologica.

❌ Una non soluzione smentita da numerosi studi scientifici che comprovano il grave impatto del metano sul clima, ma che ora sembra trovare ostacoli anche in ambito europeo.

💪 La forza dei comitati di Civitavecchia sta in un movimento di protesta popolare e radicato, ma anche in una proposta alternativa credibile, in grado di coniugare tutela dell’ambiente, e della salute con il lavoro.

👉 Per questo la battaglia di Civitavecchia assume carattere strategico per tutti i comitati che aderiscono alla Campagna per il Clima Fuori dal Fossile!.#perilclimafuoridalfossile#transizioneecologica#ilfuturoèrinnovabile

06/07: Sulmona: trovato sito italico

#archeologia e #energia SULMONA, EMERGE SITO ITALICO, SOPRINTENDENZA ‘RIVEDERE PROGETTO “#SNAME’ edificio sepolto vicino Sulmona. valutare delocalizzazione

SULMONA (ANSA) – SULMONA, 06 LUG –

Un grande edificio antico, di epoca italica e romana, completamente sepolto, è stato individuato grazie a indagini radar e alcuni sopralluoghi preliminari, nel sito di Case Pente a Sulmona (L’Aquila), area interessata dal contestato progetto per la costruzione di una centrale a compressione della Snam. La Soprintendenza archeologica competente parla quindi di elementi che “potrebbero già indicare la possibilità di prevedere una delocalizzazione dell’intervento in progetto in quest’area”. Nel rapporto sulla verifica dell’interesse archeologico dell’area, trasmesso dalla Snam a febbraio 2019 all’allora Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo e visionato dall’ANSA, l’indagine effettuata da una società specializzata ha rivelato con i sopralluoghi la presenza di materiale archeologico “su tutta l’area oggetto della ricognizione: frammenti di tegoloni, di mattoni, pietre con evidenti tracce di lavorazione, cubilia, frammenti ceramici”. Il radar ha poi evidenziato “strutture antropiche sepolte”, di cui una più rilevante e altre probabili. Gli archeologi aggiungono quindi che “la presenza massiccia di reperti e le pregresse segnalazioni, seppur generiche, non lasciano dubbi sull’esistenza in loco di un insediamento diffuso e articolato nello spazio e nel tempo, a maglie larghe, di epoca italica e romana, compreso tra due importanti assi viari che dalla conca peligna si dirigevano e si dirigono verso Est”. La conclusione a cui giungono è che “la ricognizione archeologica ha portato all’individuazione di materiale archeologico antico sull’intera area”. La Soprintendenza archeologica, con una nota del 18 marzo 2019 a firma del Direttore Rosaria Mencarelli, ha risposto alla società che i risultati “confermano e precisano i dati già in possesso di quest’Ufficio, circa la presenza nel sottosuolo di preesistenze di carattere archeologico e di reperti archeologici in superficie” e che “l’estesa articolazione delle strutture murarie, propria di un grande edificio, e l’evidente presenza di stratificazioni potrebbero già indicare la possibilità di prevedere una delocalizzazione dell’intervento in progetto in quest’area”. (ANSA).Emerge sito italico,Archeoclub Abruzzo, impensabile centrale SULMONA (ANSA) – SULMONA, 06 LUG – “La scoperta di un grande edificio sepolto è estremamente importante e ritengo impensabile realizzare lì un impianto industriale svilendo le testimonianze archeologiche che sono a fondamento della storia e dell’identità dell’antico popolo dei Peligni”. Lo dice all’ANSA l’archeologo e coordinatore dell’Archeoclub Abruzzo Alessandro Bencivenga, a proposito dell’edificio sepolto scoperto a Sulmona, aggiungendo che “l’intera area dove la Snam vuole realizzare i suoi impianti si conferma di grande interesse archeologico”. “Già De Nino, nel 1887 – spiega l’esperto – lì vicino aveva segnalato reperti. Sono note sepolture a fossa di epoca italica e romana, il sarcofago di epoca romana di Numisina e l’esistenza della chiesa rupestre altomedievale di Sant’Angelo in Vetulis. A Case Pente furono scoperte sepolture del III-IV secolo e l’iscrizione, ora conservata al Museo Archeologico di Sulmona, detta ‘dei callitani’ che attesta la percorrenza tratturale del sito fin dal I secolo a.C. Gli stessi consulenti di Snam citano un testo dell’archeologo Frank Van Wonterghem, che aveva rintracciato muri antichi, ammettendo due interferenze dirette con il progetto della centrale per il sito già investigato con il georadar e per una seconda area che si trova dietro il cimitero di Sulmona, non ancora indagata”, conclude Bencivenga. (ANSA).