60 associazioni a Cingolani evitiamo che l’energia nucleare di fissione e il gas fossile vengano etichettati come verdi nella UE.

  1. Il Ministro Cingolani non vuole proprio ascoltare i cittadini: malgrado due referendum vinti contro il nucleare in Italia e l’IPCC abbia indicato il metano come principale causa antropica del surriscaldamento globale, questa Italia guidata da Cingolani ha chiesto che nucleare e gas siano inclusi nella tassonomia “green” della UE, cioè meritevoli di finanziamenti europei e nazionali, in nome del “New Green Deal”.
  2. La Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile  con molte associazioni salentine, aveva organizzato una manifestazione sotto il MITE il 9 ottobre scorso per incontrare il Ministro e parlare proprio di questi temi e, a inizio dicembre, aveva inviato insieme all’ONG tedesca Urgewald e la ONG francese Reclaim Finance una open letter a Cingolani, firmata da oltre 60 associazioni, ONG e movimenti italiani e salentini, per chiedere di non includere il nucleare e il gas nella tassonomia green. La stessa lettera era stata inviata da oltre 100 ONG anche a Olaf Scholz, nuovo cancelliere tedesco, che ha recepito l’appello, proponendo un programma tedesco di Green New Deal molto più coraggioso.
  1. Invece il Ministro Cingolani ha appoggiato nella UE la linea francese, opposta a quella tedesca, austriaca e danese, con l’aggravante che l’Italia non produce e vende impianti nucleari e che Cingolani non rappresenta l’opinione del Popolo Italiano, che in ben due referendum ha bocciato ogni sviluppo del nucleare.
  2. Chi ha rappresentato dunque Cingolani all’UE? Non certo i cittadini italiani…
  3. Basta con le decisioni personali di questo Governo. Abbiamo il diritto alla consultazione pubblica su tutti i piani e progetti del Governo, compresi i progetti del PnRR energetici di cui non sappiamo ancora niente. Due terzi di questi fondi sono debiti che noi cittadini e i nostri figli dovranno restituire all’Europa. Non sprechiamo questi fondi in nucleare e investimenti fossili.

#PerilClimaFuoridalFossile

Ecco la Open Letter:

A Roberto Cingolani

Ministro della Transizione Ecologica

Roma, Italia

Lettera aperta

Salviamo il Green New Deal: agiamo per evitare che l’energia nucleare di fissione e il gas fossile vengano etichettati come verdi.

Egregio Ministro

Siamo estremamente preoccupati per l’annuncio del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di etichettare probabilmente sia l’energia nucleare che il gas fossile come “sostenibili” nel contesto della tassonomia dell’UE. Secondo le notizie dei media nazionali, è stata l’assenza di una forte voce italiana contro il nucleare nel Consiglio europeo del 21/22 ottobre che ha contribuito direttamente a questa decisione. Nel suo ruolo di attuale Ministro della Transizione Ecologica, La invitiamo a confermare in modo rapido e deciso il veto italiano contro l’etichettatura del nucleare come una forma di energia sostenibile e sottolineare che il tentativo della Commissione di plasmare questa discussione durante la Cop26 sull’emergenza climatica non è accettabile.

Il regolamento sulla tassonomia dell’UE ha lo scopo di fornire linee guida per i necessari investimenti orientati al futuro per la transizione ecologica dell’Europa. L’energia nucleare, tuttavia, è insostenibile a causa dei gravi rischi per la sicurezza, dell’inquinamento ambientale e del problema delle scorie ancora irrisolto. Il gas fossile emette grandi quantità di gas serra dannosi per il clima in particolare il metano (methane leakage), lungo la sua catena di estrazione e trasporto. Garantire al nucleare e al gas fossile l’etichetta di sostenibilità minerebbe gli obiettivi climatici dell’UE, distoglierebbe gli investimenti tanto necessari nella transizione verde e metterebbe a repentaglio la credibilità dell’intero Green Deal europeo.

L’Italia ha abrogato col referendum di giugno 2011 il nucleare, in cui il  quesito viene validamente approvato con un quorum di circa il 54% di votanti e una maggioranza di oltre il 94%, il programma italiano nucleare. Una volta per tutte. E abbiamo ancora il problema aperto delle scorie nucleari di allora.

Le ONG e associazioni italiane e di tutta Europa le chiedono di prendere una posizione altrettanto chiara contro l’energia nucleare ma anche contro il gas fossile a livello europeo.

E ricordiamo che, in attuazione degli standard di tutela loro riconosciuti dai Trattati europei e internazionali (in particolare dagli artt. 3 n. 3 e 6 dell’UNFCCC), oltre che dalla Dichiarazione sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con Risoluzione 53/144, 8 marzo 1999, e dalle Linee guida sulla Protezione dei Difensori dei Diritti Umani dell’OSCE, nello specifico riferimento alla tutela del diritto alla informazione ambientale e climatica (già riconosciuto dalla Convenzione di Aarhus e dai Reg. UE 1367/2006 e 347/2013) e all’accesso alle fonti a base di dichiarazioni e impegni pubblici resi da organi e rappresentati delle istituzioni, in nome del diritto all’informazione e del diritto umano al clima come riconosciuto da Convenzioni e Accordi internazionali, dall’Accordo di Parigi del 2015 e tematizzato nei contenuti da Agenzie e Istituzioni dell’ONU, in adempimento anche del Considerando n. 45 del Regolamento UE 2018/1999 noi, stakeholders, abbiamo il diritto alla consultazione pubblica su tutti i piani e progetti del Governo, compresi i progetti del PnRR di cui non sappiamo ancora niente. Due terzi di questi fondi sono debiti che noi cittadini e i nostri figli dovranno restituire all’Europa. Non sprechiamo questi fondi in nucleare e investimenti fossili.

Cordiali saluti,

Campagna “Per il Clima fuori dal Fossile”, Italy

Urgewald, Germany

Movimento No TAP/SNAM di Brindisi, Italy

Redazione di emergenzaclimatica.it, Italy

Associazione A Sud, Italy

Parents For Future, Italy

Associazione Tarantula Rubra, Italy

No Compostaggio Erchie, Italy

Altro Modo Flegreo Pozzuoli, Italy

Associazione CDCA Abruzzo, Italy

Fair, Italy

Forum Ambientalista, Italy

Wilpf Italia (Women’s International League for Peace and Freedom), Italy

I Gabbiani Parco Costa Ripagnola, Italy

Fridays For Future Civitavecchia, Italy

Associazione Follereau Italiana Dirittiamoci, Italy

Comitato Foresta Foresta, Italy

Collettivo No al Fossile Civitavecchia, Italy

PFAS-Land Veneto, Italy

CETRI-TIRES Third Industrial Revolution European Society, Europe

Comitato SOLE Civitavecchia, Italy

Zero Waste Reggio Emilia e Val d’Elsa, Italy

Campi Aperti per la Sovranità Alimentare Bologna, Italy

WWF Forlì Cesena, Italy

TerraBlu, Italy

Rete “Legalità per il clima”, Europe

Coordinamento ravennate “Fuori dal Fossile”, Italy

Associazione Ambiente & Salute Riccione (Rn)- Italy

Associazione di promozione sociale Verdesalis Nardò (LE), Italy

Comitati Cittadini per l’Ambiente – Sulmona – (AQ) – Italy

Comitato per la Trasformazione Ecologica Brindisi, Italy
Fisica e Società, Italy

Rete delle Associazioni di Civitavecchia, Italy

Comitato Mi Rifiuto Civitavecchia, Italy

Associazione Città Futura Civitavecchia, Italy

Comitato DNT Carpignano Sesia ( No ), Italy

Coordinamento No Gasdotto SNAM Italia -Italy.

Coordinamento No Devastazioni Territoriali Italia-Italy

Associazione Spazio Solidale Civitavecchia, Italy

Associazione “Il Paese che vorrei”, Santa Marinella, Italy

Coordinamento No Hub del Gas Abruzzo, Italy

Trivelle Zero Marche, Italy

Trivelle Zero Molise, Italy

Coordinamento nazionale No Triv, Italy

Associazione ScuolAmbiente, Cervetri, Italy

Associazione Visit Ginosa&Marina – Ginosa (Ta) – Italia

Forum Ambiente e Salute Lecce, Italy

Reclaim Finance, France

Coordinamento provinciale per il Parco  regionale Terra delle gravine, Italy
Associazione Bianca Guidetti Serra, Italy

Associazione Falkatraz, Italy

Partito della Rifondazione Comunista Marche, Italy

Fridays for Future Ancona, Italy

Fridays for Future Urbino, Italy

Ya Basta! Marche, Italy

Ondaverde Falconara Marittima ODV, Italy

Sintesi Report Assemblea nazionale 21/11 a Falconara

Dopo l’ assemblea generale della Campagna “ Per il Clima, fuori dal Fossile”

Falconara 21/11/2021

Condividendo un’analisi globale del contesto all’interno del quale siamo chiamati ad agire, constatiamo una sorta di capovolgimento del concetto di transizione ecologica, assunto dagli stessi responsabili del disastro ecologico planetario quale dispositivo di legittimazione delle loro scelte e dei loro piani, che non risolvono ma si adattano alla crisi climatica.

La pandemia ha accelerato e precipitato questo ed altri processi, quali la digitalizzazione dell’esistenza e delle forme di controllo e sfruttamento e un trend sempre più accentuato di concentrazione di ricchezze finanziarie e produzione di povertà diffuse.

Proprio per questo oggi è possibile rispondere all’arma strumentale del ricatto occupazionale con forme nuove ed inedite di convergenze tra le movimentazioni, anche sperimentali, che si danno nel campo delle lotte per la difesa del reddito, diretto e indiretto, del lavoro al tempo della transizione ecologica, con quelle in difesa della salute, dell’ambiente, della giustizia climatica.

La crisi climatica non è più solo un presagio del futuro, è qui ed ora, così come i processi di precarizzazione generalizzati che l’accompagnano. Opporsi a questo stato di cose significa anche ripensare forme di solidarismo comunitario dal basso, pratiche di adattamento insieme a quelle di mitigazione della crisi climatica, tese alla redistribuzione delle risorse in base ai bisogni reali e non al valore del profitto e delle merci.

L’assemblea riafferma la propria pratica metodologica: allargare e far crescere la campagna non significa allungare formalmente la lista delle adesioni ma proporre connessioni reali con altre realtà in movimento sulla base di iniziative concrete e condivise. Innanzitutto sottolineando la nostra essenza di Campagna nazionale, quindi non una soggettività di parte e predeterminata, ma un luogo di partecipazione, elaborazione e azione animato da differenze, che si misura in un percorso comune, salvaguardando le rispettive autonomie e concentrandole verso obbiettivi comuni.

Ci relazioneremo con proposte ricompositive o con iniziative nazionali di movimento attraverso il criterio della concretezza e valutando di volta in volta la opportunità e le modalità, a partire dalle mobilitazioni per il No Draghi Day del 4 dicembre, cui aderiamo.

La campagna in assemblea propone una serie di iniziative e proposte di breve e medio termine.

-Oltre le vertenze generali sulla giustizia climatica, la forza della campagna si sostanzia nell’attivismo dei movimenti territoriali, condizione che dobbiamo sempre più fortificare ed unire presentando le nostre proposte, anche con incontri specifici, ai tanti gruppi locali ancora isolati espressioni delle più variegate “aree di sacrificio”, che portano il peso, nei termini di maggior concentrazione di nocività ed inquinamento, dell’economia da fonti fossili, a partire dai SIN (siti di interesse nazionale da bonificare).

-La pretesa decarbonizzazione attraverso il gas con la pioggia di finanziamenti pubblici verso nuovi gasdotti intercontinentali e centrali turbogas non risolve, anzi si presta alle speculazioni finanziarie e geopolitiche sui prezzi di gas metano e energia elettrica, in un contesto di mercato liberalizzato dei prezzi, in cui a pagare sempre di più sono gli utenti e i consumatori. A fronte del continuo aumento del costo delle materie prime, delle impennate di rincari sulle bollette, del palesarsi di una crisi economica inflattiva che graverà maggiormente sulle classi popolari, è inderogabile una urgente iniziativa sul costo delle forniture e dei prezzi di acqua luce e gas, innanzitutto comunicativa e generalizzata, e che possa prima dispiegarsi nella modalità più consensuale della raccolta firme, per poi valutare come procedere con iniziative più radicali.

-La storica strumentalizzazione del presunto conflitto ambiente/lavoro, sempre aizzata da chi ben sappiamo in momenti nevralgici di decisioni politica e con conseguenze spesso nefaste e per la difesa dell’ambiente come del lavoro, oggi comincia scricchiolare. Dalla discussione del secondo focus dell’assemblea generale (“LAVORO, REDDITO, SALUTE E AMBIENTE: ESPERIENZE DI

RICOMPOSIZIONE NELLA COMUNE BATTAGLIA PER IL CLIMA CONTRO IL FOSSILE”), dalla specificità di quanto sta succedendo a Civitavecchia, dove metalmeccanici e lavoratori del molo carbonifero si connettono con le istanze e le mobilitazioni dei movimenti per la giustizia climatica, dagli interventi dei lavoratori della ex Ilva di Taranto e della Gkn di Campo Bisenzio di Firenze, è nata la proposta, assunta dall’assemblea, che la campagna si faccia promotrice di un luogo assembleare di incontro tra quelle realtà di lavoratori che intendono mettere in discussione le forme del lavoro e della produzione dentro la transizione ecologica globale, e difendere il diritto ad una continuità di reddito. Un simile contenitore sperimentale potrebbe amplificare ed estendere queste esperienze pilota oltre la specificità delle proprie vertenze, e aprire crepe sempre più profonde in quella parete divisoria tra rivendicazioni connesse al reddito ed al lavoro e quelle legate alla salute ed alla tutela ambientale.

-Mantenere alta l’attenzione verso le miriadi di azioni di tipo legale e comunicativo (ricorsi, diffide, esposti, petizioni, open letter…) nelle quali a livello diffuso siamo impegnati, stimolandone le possibilità per cui divengano volano di mobilitazioni in grado di bloccare o ritardare la messa in opera di nuovi cantieri o siti produttivi da fonti fossili. In questo senso assumono rinnovate centralità le vertenze su capacity market, ritorno dell’opzione nuclearista, Ddl Concorrenza e rischio privatizzazioni del servizio idrico e dei servizi pubblici locali più essenziali.

-Promozione di un’assemblea virtuale quale luogo di socializzazione delle proposte e prospettive della campagna e espressione del loro potenziale di consenso con tutte le realtà che vogliano partecipare. Un simile strumento favorisce anche il protagonismo di quelle realtà locali geograficamente più distanti e periferiche, che negli appuntamenti in presenza manifestano difficoltà di spostamento.

-Oltre i riflettori accesi sui grandi eventi (Cop, G20, vertici internazionali…) vanno immaginate scadenze per mantenere alta l’attenzione. Dopo il presidio a Roma del 9 ottobre per dispiegare tutto il potenziale della campagna lungo i territori va riproposta, anche in forma aperta e inclusiva, la modalità delle giornate di mobilitazione nazionale nei rispettivi ambiti locali e in sincronia, secondo tre linee fondamentali: linguaggio altamente comunicativo, contenuti e pratiche coinvolgenti che ridiano fiducia nell’agire collettivo e modalità altamente riproducibili socialmente e politicamente.

-Proseguire e approfondire, soprattutto dopo l’appuntamento della COP26 di Glasgow, le relazioni strette con altre realtà europee e internazionali compatibili con i nostri orizzonti, a cui funzionalizzare anche la riedizione del campeggio estivo della Campagna Per il clima Fuori dal fossile in Salento, che l’assemblea ha deciso di riproporre.

-Oggi è possibile emanciparsi e sottrarre mercato al paradigma delle grandi concentrazioni produttive monopolistiche delle fonti fossili, in luogo della microgenerazione di un’economia stanziale, di prossimità, diffusa sul territorio e sempre più indipendente. Organizziamo giornate o cicli di informazione, in presenza o tramite webinar, sulle concrete alternative energetiche, già ora in via di diffusione come le comunità energetiche di prossimità, quei soggetti giuridici autonomi che, in modo aperto e volontario, e costituiti da persone fisiche, condomini, comuni, piccole e medie imprese, titolari di attività commerciali situati in aree limitrofe, decidono di realizzare impianti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili, quale soggetto di autoconsumo collettivo, anche eventualmente accumulandola o scambiandola sul mercato.

-Praticare innovative e inedite azioni collettive e coordinate di boicottaggio, quale strumento di sanzione e danno economico diffuso, replicabile, pubblico, di lungo termine, verso prodotti mirati che fanno parte del sottobosco ramificato di interessi, anche “puliti” e di marketing, delle aziende e multinazionali più rappresentative dell’economia da fonti fossili.

Campagna nazionale Per il clima Fuori dal fossile, Novembre ’21