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29/06: Batteria 12 Ilva

Da Comitato Cittadini E Lavoratori Liberi E Pensanti

❓Cosa succederà alla Batteria 12 della Cokeria di Taranto? Questa è la domanda che ci si sta ponendo da quando è uscita la notizia del suo spegnimento dopo il 30 giugno.Proviamo a dare la risposta a nostro avviso più plausibile.

❌ Parlare di spegnimento è, intanto, un errore tecnico perché la batteria non sarà spenta ma messa in “riscaldo” per procedere agli adeguamenti previsti e non attuati in questi mesi. Ci riferiamo nello specifico

👉 alla costruzione della nuova doccia 6 per garantire il rispetto del limite polveri di 25 g/t coke

👉 al rispetto del limite polveri di 8 mg/Nm3 sul camino E428, anche attraverso l’installazione di filtro a maniche

👉 all’installazione del sistema di controllo della pressione dei singoli forni, denominato SOPRECO

👉 al miglioramento del sistema di aspirazione dello sfornamento lato macchina coke, come richiesto dalla prescrizione AIA.

Dall’interno ci giunge “voce” che parte di questi lavori sono stati già avviati e che nel giro di pochi mesi la Batteria 12 sarà nuovamente in marcia.

Nel frattempo, per sopperire alla mancanza di coke, Acciaierie d’Italia provvederà ad acquistarlo all’esterno, nonostante i prezzi molto alti al momento, e così facendo nessun altoforno sarà fermato. Al momento, secondo voci interne, non sembrerebbe a rischio nemmeno la ripartenza di Afo 4, prevista per luglio. Gli unici a fermarsi saranno gli operai posti in cassa integrazione in attesa del completamento dei lavori previsti.

In definitiva siamo di fronte ad uno dei tanti stop&go a cui l’ex Ilva ci ha abituati in questi ultimi anni, nessuna fermata definitiva e nessuno spegnimento. purtroppo. Ci preme come sempre sottolineare che l’unica azione meritevole di festeggiamenti sarebbe il fermo dell’intero stabilimento.

💪Solo allora potremo festeggiare la liberazione della nostra città da polveri e veleni.#stopilva#bastabugie#taranto

17/05: Taranto a Roma

‼️‼️Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti il 13 maggio era a Roma in attesa della sentenza per ribadire la necessità della chiusura totale dello stabilimento che in nome del profitto per decenni ha condannato i cittadini di Taranto a vivere appesi a un filo, nel terrore di scoprire chi sarebbe stato il prossimo della propria famiglia ad ammalarsi.

🔺Ancora però un nulla di fatto: il consiglio di stato decide di non decidere e proroga a tempo indeterminato la sentenza, forse attesa entro i prossimi 60 giorni. Va tenuta alta l’attenzione e la mobilitazione.

🔥 Questa battaglia appartiene a tutt* noi, siamo tutt* tarantin* in lotta per la soluzione

definitiva.#perilclimafuoridalfossile#siamotuttitarantini#stopilva

Unomaggio a taranto

Oggi Martedì 27 aprile, live streaming dalle ore 17.00, incontreremo i protagonisti di tante e diverse realtà di lotta, provenienti da altrettanti territori, che hanno deciso di agire nello spazio comune di una campagna nazionale, attraverso la quale acquisire un peso maggiore nella contrapposizione al modello economico e sociale che ha portato al collasso l’intera collettività.https://fb.me/e/145jPrQbpPuoi seguire la diretta dalla pagina del comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

La Campagna “Per il Clima, Fuori dal Fossile” parte nel 2018 dalla consapevolezza e necessità di dare prospettiva e ulteriore avanzamento alle tante lotte territoriali che in Italia esprimevano una opposizione radicale, popolare e duratura nel tempo alle devastazioni territoriali di un capitalismo fossile, estrattivista e patriarcale. Un’esigenza di lotta che si è collegata naturalmente al tema del cambiamento climatico sempre più dirompente.

Tanti gruppi territoriali che hanno voluto costruire una Campagna di livello nazionale che centrasse il tema nel concreto e costruisse nessi, connessioni, relazioni sociali nuove e non un ulteriore organizzazione. Una Campagna capace però, allo stesso tempo, e con i propri tempi, di relazionarsi a tutte le esperienze di lotta antisistemiche per una ricomposizione e rafforzamento del movimento di lotta superando egoismi, localismi, dogmatismi ed egemonismi di ogni specie. Una Campagna costruita nella lotta e nelle assemblee nazionali, che nella manifestazione del 23 di marzo del 2019 contro le Grandi Opere è riuscita ad esprimersi unitariamente rappresentando un importante spezzone della stessa.

Dalla lotta contro la petrolizzazione in Adriatico a quella contro l”Hub del gas nell’Appenino in Umbria, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise, da quella contro le centrali a carbone a Civitavecchia , a Brindisi, a La Spezia, in Veneto a quella attualissima contro il CCS a Ravenna o quella storica a Taranto contro l’Ilva, da quella contro la raffineria di Falconara o le tante produzioni o discariche fossili disseminate in tutta la Penisola e nelle Isole: il nostro percorso si sviluppa incontrando altre realtà prime fra tutte i FFF ma anche cooperative energetiche, centri sociali , ong, con i quali condividiamo le battaglie per il clima contro le multinazionali fossili e le istituzioni che le proteggono.

Purtroppo la pandemia ha limitato molto la possibilità di azioni nazionali in presenza ma ciò non ci ha impedito di presentare la nostra nuova piattaforma davanti alla centrale Enel di Civitavecchia, di partecipare attivamente al Venice Climate Camp, di organizzare incontri nazionali di approfondimento sui temi della transizione energetica o della contraddizione Lavoro/ambiente e salute, di aver realizzato una giornata di lotta in 10 luoghi dell’Adriatico ed una Carovana lungo l’ Appennino Centrale l’estate scorsa. Ed ora di partecipare alle iniziative del Unomaggio di Taranto e di preparare la prima manifestazione contro l’ENI a Ravenna.

09/12: ilva chiusa

MERCOLEDÌ 9 DICEMBRE ALLE ORE 11.00NESSUNA SCUSA: UNICA SOLUZIONE ILVA CHIUSA!

Per il 9 dicembre il Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano hanno congiuntamente invitato le isituzioni tutte, dai Ministri del Governo agli Assessori regionali, dai rappresentanti delle associazioni di categoria ai Sindacati, da Confindustria a Confcommercio, finanche l’Arcivescovo di Taranto, ad una riunione da remoto per discutere quello che loro indicano come un “accordo di programma”, mirato alla definizione di un piano industriale che preveda la chiusura dell’area a caldo, senza in effetti mai chiuderla. E la Cittadinanza è come al solito la grande assente.

In questi anni ne abbiamo sentite di tutti i colori ma mai nessuno si era spinto a tanto, credendo di poter prendere in giro i tarantini. Le false indicazioni tecniche di Melucci ed Emiliano ci mettono di fronte all’ennesimo tentativo di spacciare per miracolosa l’improbabile decarbonizzazione degli impianti dell’area fusoria di Taranto, un progetto che, prevedendo semplicemente la sostituzione di un combustibile fossile (carbone) con un altro (metano), non cancellerebbe le emissioni nocive. Ci vogliono far credere che lo stabilimento possa reggersi su questi fantomatici forni a gas mentre la produzione sarebbe totalmente insufficiente a giustificare un impianto di quelle dimensioni.

I Tarantini in questa battaglia sono soli.

C’è lo Stato Italiano, in ogni forma di governo succedutasi, sempre pronto a “bruciare” letteralmente ulteriori miliardi pur di non fermare quella dannata e antieconomica produzione. E ci sono le varie Istituzioni locali che non intendono schierarsi mai realmente con chi da anni si batte per liberare Taranto da quei maledetti veleni.

Taranto è stanca delle prese in giro e delle posizioni camaleontiche del Sindaco Melucci, del Presidente Emiliano, dei Parlamentari e di tutti gli altri: quello stabilimento va fermato nella sua totalità, i miliardi che lo Stato italiano vuole investire in fantasiosi piani industriali vanno utilizzati per smantellare e bonificare la fabbrica tutta, riqualificando le attuali maestranze, come già spiegato nella pec indirizzata al Sindaco in data 21 novembre.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: non vogliamo sottostare ancora a questo gioco della morte, questa roulette russa che continua a mietere vittime da ormai troppo tempo. Non abbiamo nessuna intenzione di abbassare la guardia, a maggior ragione in questo momento in cui, con l’ennesimo accordo Stato/poteri forti/sindacati, stanno per ribadire senza dignità alcuna la nostra condanna a morte. Mercoledì’ 9 dicembre, a partire dalle ore 11:00, i cittadini saranno in Piazza Castello sotto il Palazzo di Città. È necessaria una mobilitazione generale per pretendere il rispetto per chi ad oggi ha perso la vita a causa dell’inquinamento e un FUTURO diverso per i bimbi di questa terra.

Noi non molliamo, noi continuiamo a lottare, Taranto Libera!Ormai l’unica drastica soluzione è: Ilva deve sparire con tutto il suo carico di veleni!

Firmato:

Aps Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti Aps Deep Green Aps Ets Progentes Aps Utopia Arcigay Strambopoli Associazione Banca del tempo “tempo del fare” Ass. Giorgioforever Ass. Gli amici del LeoneAss. Itaca Comitato Niobe Comitato Taranto Futura Comitato Quartiere Tamburi Coordinamento Taranto Pride Puglia Internazionale Fff Taranto Gruppo Tamburi Combattenti Hermes Academy Isde Taranto Movimento associazioni e cittadini pro-aeroporto di Taranto-Grottaglie PeaceLink QueerTown Taranto Veraleaks

Inoltre, per il Comitato Cittadino per la salute e l’ambiente a Taranto: PeaceLink, Ass. Genitori tarantini, Comitato Quartiere Tamburi, Donne e futuro per Taranto Libera, LiberiAmo Taranto, Lovely Taranto.- Singoli cittadini Teodoro Antonucci Antonio Corvino Clara Cuccarese Vincenzo De Palmis Alessandro Esposito Antonio Giancane Luigi Giancipoli Federico Greco Tiziana Magrì Alberico Nobile Filomena Peluso Pierfrancesco Pesce Pierina Marturano Piero Piliego Daniela Rotondo Rossana Sangineto Irene Scialpi Maria Luisa Terzulli Giuseppe Tinelli Aldo Schiedi Pierina Marturano- Consiglieri comunali Massimo Battista Vincenzo Fornaro”

Riondino: Sicuramente quel pezzo di acciaio è costata qualche vita umana a Taranto…

Stamattina per un motivo strano ho deciso di comprare LaRepubblica, sono in vacanza e forse per un omaggio alla sua vecchia credibilità ho deciso di leggere le sue notizie. Tra le prime pagine trovo però il motivo per cui ho deciso un giorno di abbandonarla e di fuggire alla sua informazione di “regime”. In bella mostra compare l’immagine di un coil tutto tirato a lucido, manco fosse stato leccato dagli operai più stacanovisti che la mente umana possa mai immaginare. Compare il nome e il logo di Arcelor Mittal, compare la città di Taranto e compare anche una descrizione che lascia poco all’immaginazione: questa fabbrica è magnifica e guardate com’è sublime l’acciaio che sforna ogni giorno. Chissà quanto è costato questo spazio pubblicitario ad Arcelor Mittal? Chissà quanto ci ha guadagnato LaRepubblica? Sicuramente quel pezzo di acciaio è costata qualche vita umana a Taranto, qualche diagnosi oncologica, qualche migliaio di euro speso in viaggi della speranza verso i centri soecializzati in malattie tarantine li al nord dove siamo soliti andarci a curare o a morire. Sicuramente questo servizio non vale il prezzo di questa carta che risulta sempre più straccia. Mai più concedere credibilità a un organo di stampa che da credito a una ditta che contribuisce ad ammazzare i suoi lettori.